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Bibliografia
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 EPIGRAMMA

(1812-16)

 

Nota testuale – Di questo breve componimento possediamo l’autografo, in quanto segue immediatamente, nello stesso foglio (AN, XV, 39), La Dimenticanza  per cui rimando alla nota di quella per ulteriori informazioni. È rifacimento dell’epigramma XIX, solitamente relegato nelle Puerili e che qui si riproduce di seguito all’altro. La prima pubblicazione si ebbe negli Scritti vari inediti 1906, p. 7, ove veniva datato 1812 e ritenuto di poco posteriore all’epigramma XIX. In realtà proprio il confronto fa risaltare la maggior perizia metrica e fonico-formale, e suggerirebbe di posticipare la datazione di qualche anno, conforme alla menzione nell’Indice 1816, già ricordata nella nota introduttiva a La Dimenticanza. Ma un dubbio, o meglio un input, detta edizione lo fa nascere, in quanto legge, al verso 5, «librajo». Sappiamo da espressa testimonianza di Giacomo che quest’uso della i lunga semivocalica, presente nelle Puerili (Trojano, vecchiaja, empj, jer ecc.) venne in seguito da lui rinnegato (cfr. Maria Corti 1972, p. 5). Non credo che nella fattispecie se ne possa trarre alcunché, ma ciò viene a riprova, in pubblicazioni che hanno pretesa di scientificità, dell’opportunità di non modificare mai la grafia originale (1), in quanto se conoscessimo con relativa precisione la data di modificazione di un uso grafico, ciò potrebbe aiutare, in un poeta come Leopardi, di cui si conservano numerosissimi autografi, ma non di tutti si conosce la datazione, a fissarne la cronologia.

Per quanto detto, seguo per l’epigramma delle Puerili il testo del Piergili 1889, p. 94, mentre per il nostro epigramma mi rifaccio al Flora, correggendone però la grafia (2) al v. 5, in conformità agli Scritti vari (che differiscono anche nella punteggiatura del v. 4, ove leggono, erroneamente, «invano,»). L’autografo non presenta rientri, mentre l’edizione Gavazzeni 2009 conferma, a cantiere chiuso, la bontà della mia lettura, punto fermo del titolo compreso. La numerazione dei versi, al solito, non è leopardiana. Per maggiori dettagli si veda la mia edizione PDF (richiede almeno Acrobat Reader 9).

 

Metro – Epigramma in forma di madrigale, in settenari e endecasillabi; si noti che la rima irrelata cade proprio sullo “sfigato” Mopso, solo dal libraio, e solo nella rima. Un caso? Schema: aAbCC (< – AbbcC).

 

Epigramma.

Oh come in un istante
Divien raro ogni libro interessante!
La nuova opra di Mopso
In ogni parte ho ricercata invano:
Sol del librajo holla veduta in mano.




5

XIX.

Certo ben raro egli è di Tirsi il libro,
E tal, che un sol l’ha in mano,
E forse altrove invano
Ricercar lo vorresti:
Un sol l’ha in mano, ed il libraro è questi.




5

 

 

1– Già dieci anni or sono contestavo il massiccio intervento sulla punteggiatura delle Puerili effettuato dal Rigoni, ivi compresa l’eliminazione della i lunga, la quale, proprio perché non uniforme andrebbe evidenziata.

2– L’anno del passaggio da “j” a “i” dovrebbe essere il 1817-18: Nel 1817 la i lunga si trova ancora, ad esempio, nello “Spettatore” (ricordo a memoria un plurale «Frigj»), ma nella prima pagina autografa del Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica (1818) si trova un bel «pa[j]iono» (cioè un pajono cui vien poi barrata la gamba della “j“).

 

 

© 18-02/2010—> 27.09.2012