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Appressamento della morte.

La cantica non è la Commedia, ma non è nemmeno il componimento «brevissimo» affermato da Giacomo nella lettera del 21 marzo 1817 al Giordani; si tratta pur sempre di «cinque canti, che sommano in complesso dugento novantuna terzine; – ottocento settantotto i versi, essendovene cinque di più per la chiusa d’ogni canto, secondo la regola» (così Zanino Volta, 1880, scopritore dell’autografo originale nella sua casa di Como, e bistrattato ma benemerito editore della prima edizione del componimento, della quale riporto il frontespizio a fianco). Cui bisogna aggiungere le postille, che hanno non solo valore documentario, ma lasciano intravedere il rapporto, duraturo e senz’altro affettivo, del poeta nei confronti della sua creatura.

Non starò a improvvisare l’introduzione, perché non è facile far meglio della esaustiva premessa della Biblioteca dei classici italiani [07-12/2010], ove vien ripresa con meticolosa cura la nota finale dell’ottimo Rigoni, nella sua edizione dei «Meridiani». Pertanto da leggere, a meno che non si possegga di proprio l’edizione Mondadori (augurando che questa non si adonti troppo della rielaborazione troppo certosina); v’è confusione nell’edizione di riferimento: prima il Binni-Ghidetti, poi invece il Flora, con la complicanza che in realtà è il Rigoni che parla, anche se il redattore si guarda dal citarlo. Sta di fatto che il medesimo testo, dopo le edizioni critiche (1) della Posfortunato (1983) e della Delcò-Toschini (2002), obsoleto anzi che no, si ritrova in Wikisource (ed. 2008, attivo il 07-12/2010) e Liber Liber (ed. 2006, attivo il 07-12/2010)); che fantasticano sul loro clone inventandosi una impossibile edizione di riferimento, vale a dire il Guarracino 1998, che qualche bello spirito deve aver astrologato per prendersi gioco di questi meritori ma troppo ingenui siti. In verità questi – si ignori tranquillamente quel che dichiarano – ci ripresentano la solita lettura crociana del Flora, lettura che i facsimili dell’edizione Guarracino, spesso e volentieri, smentiscono (es. I, 15 empiea il; ma qui c’è cascato anche Rigoni, sulla sfortunata scia della Posfortunato). Misteri delle biblioteche, digitali e non, ma chi volesse saperne di più si risparmi la fatica: sorrida invece al paradosso che è un bene che la loro edizione non sia il Guarracino: con tutto il rispetto per l’insigne studioso, che mirava a ben altro, è la peggiore delle edizioni possibili. (2)

Quanto a noi, per il momento offro in formato PDF, una edizione diplomatico-interpretativa del manoscritto originale, eseguita sulle riproduzioni dello stesso; dopo di che conto di fornire una edizione HTML con commento essenziale.

 

(1) Non cito la solita Gavazzeni (2009) in quanto nella fattispecie offre a testo non l’Appressamento, ma l’Avvicinamento della morte, sulla base dell’autografo di lavoro, con scelta teoricamente sconcertante. Nella mia edizione in formato PDF più puntuali dettagli.

(2) Che faranno a Wikisource per arrivare a SAL 100%, metteranno a testo 2, 86 dirampa 3, 191 mantoéda 5, 38 famma? (sic, queste “letture” sono davvero nel Guarracino). Il fatto è che quasi tutte le pseudo-edizioni internettiane derivano, clonate anche se non lo dicono, dalla benemerita ma spesso e volentieri errata LIZ-Thesis–D’Anna ecc., che nella fattispecie aveva a suo tempo esemplato sul Flora 1958; poi a LiberLiber qualcuno, forse per depistare non si capisce per chi o per che cosa, avrà tirato in ballo un inesistente Guarracino, e a Wikisource l’hanno seguito come fan le pecore di Gargantua. Meglio la Biblioteca Italiana [08-12/2010], che si basa sulla Postfortunato, aggiungendo di suo qua e là qualche errore, ma assai più corretta (1 vs 3,5) e comunque non imputabile di mendacio.

Appressamento PDF

(versione beta: testo corretto ma introduzione e struttura da rivedere)

 

 

Appressamento HTML (in fieri)

 

Frontespizio

Canto I

Canto II

Canto III

Canto IV

Canto V

Postille

 

 

Appressamento della morte, 1a edizione

 

 

Frontespizio della prima edizione della Cantica, ad opera dell’avvocato Zanino Volta (sic, nipote di “quello della pila”), vicebibliotecario reggente («che diavolo è un vice-bibliotecario reggente?» O. Guerrini) nella Regia Università di Pavia.

 

 

© 06-12/2010—> 21.06.2018