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Testo
Bibliografia

 

Abbozzo (AN XV 23)

 

Testo esemplato sull’autografo napoletano, edito la prima volta negli Scritti vari inediti 1906. Buona, rispetto allo standard, l’edizione del Flora, che aggiunge solo una virgola di troppo (ad fin.: «malvagità, noia»). Sconsigliabili invece le Disperse del Gavazzeni, più scorrette. L’in-fuori iniziale è nell’autografo.

 

 

 

Dissotterramento. ora la tua misera spoglia si dissotterra ec. lamentevole. Ecco ec. E aveste cuore? barbari e poteste udire ec. vedere. ec. e tu non ti commovesti alla ricordanza ec. descriz. dell’orrida operazione. non valsero i gridi? ec. io piango ed è ragion che non la vidi, non la conobbi non l’udii nello strazio ec. solo in pensarvi ec. e voi non piangeste. e poteste anzi ec. Misera quanto poco frutto traesti dal tuo fallo, non bastarono i rimorsi della coscienza, non i continui timori e sospetti e angosce a punirti della tua debolezza fragilità. Una morte sì crudele. Ahi allora avresti scelto quel povero piacere insieme con quello che provavi? Ora sei morta così giovane, per mano del tuo amante, col tuo figlio, in odio agli uomini, infelicissima! Confortati non lo credere, in odio agli uomini, no, ma in estrema compassione, e questo mio canto non è per eternare il tuo fallo, rossore, no; misera, non per accrescer le tue pene, ma per consolarti, giacch’io sapeva che gli uomini udendo il tristo caso non ti avrebbero condannata, si sarebbero scordati il fallo per pianger e abbominar la pena. Oh Dio! dovrei io crescere i tuoi mali? spezzerei frantumerei questa cetra, anima sventurata. No, lo faccio per confortarti. Confortati ec. Perdite che ha fatto per morte così immatura. Miserando frutto dell’amore. Ora il volgo accusa amore. No lo giuro, è colpa di anime scellerate, che non hanno ombra di sensibilità. Dunque finisce l’amore col diletto ec.? no ec. Non è colpa di amore. Voi chiamo in testimonio ec. Amore la più cara cosa del mondo, per lui morremmo per le nostre amate non che trucidarle per noi. E che cosa è la mia vita senza amore. Se tu non mi consoli, amore, del tuo riso, come posso io sopportar la vita, tanta malvagità noia ec. e se mi lasci, se tu mi sei tolto, perchè non ispengo io queste membra, perchè non le do alla morte? ec. ec. Hai perduto i diletti del mondo. consolati è cosa infelice questa vita. Ne hai un es. nella tua stessa sventura. È vero che non tutti sono così. no lo giuro ec.

 

 

 

© 09-05/2010—> 19.05.2010